La Sindrome di Masterchef

La Sindrome di Masterchef

La Sindrome di Masterchef

Al momento della stesura di questo articolo l’umore dello scrivente era “sereno tendente ad uragani sparsi“, quindi, cortesemente, esprimerò con garbo il mio parere e voi mi ascolterete, o vi ammazzo tutti.
Mi pare equo.

masterchef - La Sindrome di Masterchef

In Italia ci sono 91 programmi di cucina. 91. E tutti diversi, eh! Panini, torte, pasta, fast food, slow food, vegan…roba che se li vedessi tutti in una giornata pensi di essere diventato Chef stellato mentre in realtà manco sai distinguere una pentola che bolle da una che non bolle (facile, quella che bolle è più calda, fate la prova mettendoci la mano sopra).
Ve l’ho detto: sereno tendente ad uragani.

Ma tutti, tutti, hanno una cosa in comune: la terminologia. Ah! La terminologia degli chef! Quanto è bella! La terminologia da chef è quella cosa che quando vai al ristorante e chiedi al cameriere un dessert, lui ti risponde:
“Lo chef consiglia una cialda croccante di fave dell’Amazzonia con cuore di centrifuga di latte di vitella e perle di nocciolo del Piemonte, impreziosito da Pan dolce morbido alla cannella”

In pratica, un Maxibon. Ma che paghi quanto un monolocale a Pechino.

E mentre tu pensi che “ciu gust e megl che uan..ema e quanto sono pirla” io ti dico che questo è Karma.

download 11 - La Sindrome di Masterchef

Si perchè la sindrome di Masterchef ha colpito pure te. Su Clash of Clans. È inutile che ti nascondi, sappilo. Perché quando qualcuno ti fa la fatidica domanda: “scusami, sto villaggio come lo attaccheresti?”
A te, reduce da una maratona di 98 ore tra i 91 programmi di cucina, sale il Masterchef molesto e fai:

“Beh, io farei una aqw da ore 6 con push di golem e 7 maghi ad incrociare ad ore 3 e a funnelare un blocco di miners, con baby e minions a wipare dopo mongo per reckon trappole”

Il masterchef

Confessalo. Dillo che l’hai fatto. Dillo!
Perché in game si diventa tutti Masterchef? Perché non possiamo renderci la vita più facile?

A parte che “funnelare” è brutto quanto i sandali col calzino, ma c’è bisogno davvero di utilizzare questi termini per dire: caro, metti 4 guaritrici dietro la regina, parti da angolo, con un bel golemozzo e i maghi a farti pulizia, poi schiera i minatori al centro?

Ah! Non è più chiaro adesso?
Che esigenza abbiamo di utilizzare termini incomprensibili, magari a volte inventati ad hoc, quando possiamo utilizzare un linguaggio tecnico si, ma che non presupponga una laurea in lingue e lettura del pensiero?

No perché non so voi, ma io, appassionato dilettante di cucina, il “fiore di grano soffiato con sfoglie di selezione di carni scelte, e granella di pistacchio, con sciroppo di malto e luppolo fermentato” me lo mangio pure, ma lo chiamo “pane, mortazza, e birrozza”.

E niente, sapessi quanto è buono chiamato così!

Simon C.


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